Il Giardino

Il nuovo ingressoIl giardino all’interno del palazzo si estende per circa 4,5 are e si compone di due terrazzamenti per compensare il dislivello tra via La Francesca e Piazza San Lorenzo. Parte del confine è delimitato dall’antica chiesa (ora sconsacrata) di San Lorenzo. Il documento più antico che la riguardi è del 1135, in cui viene nominata a proposito di una casa di legno "propre ecclesiam sancti laurentii", la quale si trovava "intus castrum ebuli".
Tra il giardino ed il piazzale di San Lorenzo vi era una porticina poi murata.  Nel corso dei lavori di recupero si pensò di riaprire la porticina in modo da poter offrire un più agevole ingresso durante le manifestazioni e gli eventi.

L’abbandono dell’area e dell’immobile  ha comportato un lento e graduale degrado favorendo, tra l’altro, anche atti di
Testa di medusa trafugata
vandalismo e furti. All’interno del giardino, posto come fulcro dello stesso, svetta una fontana detta “borbonica” con 4 colonne di delimitazione. Nel corso degli anni è stata anch’essa depredata di manufatti che l’abbellivano quali una splendida testa di medusa dalla quale fluiva  l’acqua. Per toglierla i ladri scalpellarono quasi tutto il lato nord della fontana procurando danni notevoli.


La strategia di recupero si è basata su di un restauro conservativo senza interventi che potessero riportare alla creazione di un “falso storico”. Si è cercato di interrompere il degrado e di riparare i danni utilizzando materiali di recupero del palazzo stesso affinché potessero inserirsi nell’impianto originale.
Sono stati tolti dei rivestimenti posati in epoca moderna e ripristinati i danni con piastrelle in cotto coeve delle originali provenienti dai resti delle pavimentazioni di locali del palazzo. Successivamente sono state installate delle travi grezze di castagno per ripristinare il pergolato come supporto per l’antica pianta di uva fragola presente.

Fontana "borbonica"Prendendo come fulcro la fontana, si sono disegnati dei vialetti (prima non esistenti) per dare
Le Alocasie “ Orecchie di Elefante”
maggior risalto allo spirito “romantico” della fontana. Si è optato per l’utilizzo di ghiaia di fiume di taglio irregolare e di colore chiaro proveniente da una cava locale in modo da dare l’aspetto di un sentiero naturale come è possibile trovare nelle vicinanze dei nostri fiumi. Per i limiti dei sentieri sono state utilizzate pietre dello stesso tipo ma di taglio maggiore.

Gli alberi ( in maggioranza agrumi) e le piante e fiori presenti non sono sottoposte a trattamenti chimici ma vengono solo potati e concimati con sostanze organiche. Il prato viene rinforzato ove necessario utilizzando gramigna e trifoglio nano  per mantenere le caratteristiche di prato spontaneo. Molto viene, infatti, lasciato a coltivazioni  e piante spontanee che si riproducono in modo autonomo.


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